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Non sorprende che il desiderio di mettersi in forma, rassodare i muscoli, avere la pancia piatta, aumentare la massa muscolare e vivere in buona salute siano potenti catalizzatori, i quali spingono ad iscriversi in palestra. Andando regolarmente in palestra, il praticante avrà più muscolatura, tonicità e resistenza, e potrà praticare tutti gli altri sport più facilmente. In breve, questo sport è fatto per migliorare le condizioni fisiche generali, e contribuire al benessere del praticante.
Sul finire del secolo il miglior discobolo è stato, con il risultato di 64,69 m ottenuto nel 2000, Diego Fortuna, allenato da Silvano Simeon. Suo rivale è Cristiano Andrei (nipote di Alessandro, campione olimpico del peso nel 1984), che nel 2002 ha lanciato a 64,11 m e nel 2003 a 64,49. Nella primavera del 1935 un tedesco fino ad allora poco noto, Willi Schröder, destò sorpresa con un lancio record di 53,10 m al quale Andersson rispose nella stessa stagione con una misura quasi equivalente, 53,02. Ma ai Giochi Olimpici del 1936 a Berlino i due europei non seppero rendersi giustizia, anche perché lo svedese giunse all’appuntamento senza aver smaltito del tutto gli effetti di un infortunio.
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Nel 2003 questa atleta ha elevato a 18,43 m il suo primato personale all’aperto e si è classificata ottava ai Campionati Mondiali con 18,28 m. Atleta meno brillante ma incisiva nella caccia al record fu la cecoslovacca Helena Fibingerová, che arrivò ai 22,32 m nel e fece ancor meglio al coperto (22,50 m nello stesso anno). La sua più forte rivale fu Ilona Slupianek della Repubblica Democratica Tedesca, che però proprio nel 1977, in occasione della Coppa Europa, fu trovata positiva a uno steroide anabolizzante e fu sospesa dalla IAAF.
- Ricordiamo che l’esenzione spetta limitatamente alla propria quota di proprietà.
- Pera chiude con un saldo di negativo di -20 con ben 33 errori non forzati neanche lontanamente bilanciati dai 13 vincenti.
- Terza giunse Romashkova, che seppe tornare alla vittoria nel 1960 a Roma (55,10 m); esempio raro di un’atleta capace di risalire sul più alto gradino olimpico a otto anni di distanza dalla prima volta.
Riammessa l’anno dopo, sorprese non pochi osservatori ottenendo risultati addirittura migliori dei precedenti, raggiungendo nel 1980 i 22,45 m. Ostermeyer ha costituito un esempio assai raro, essendo stata capace di primeggiare sia nelle pedane dei lanci (a Londra vinse anche il disco) sia nella musica, come pianista laureata a pieni voti al Conservatoire de Paris e poi come concertista di rango. In Italia il primo a superare i 14 m fu Lenzi con 14,09 m nel 1923, ma fu solo verso la fine degli anni Venti che emerse un lanciatore capace di avvicinarsi a un buon livello internazionale, il fiorentino Angiolo Profeti, che giunse a 15,37 m nel 1939.
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Sul piano internazionale Simeon ottenne il successo più rilevante giungendo secondo dietro Ludvik Danek nel match America-Europa del 1967 a Montreal. In un bel duello con De Vincentiis a Roma nel 1976, Simeon raggiunse i 65,10 m, contro i 64,48 del rivale e questi dovevano rimanere i loro migliori risultati. Il disco moderno ha regole ispirate alla tradizione continentale europea anziché a quella anglosassone, come avviene invece per peso e martello.
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L’attrezzo pesa 2 kg e viene lanciato da una pedana circolare con diametro di 2,50 m. In Italia si era iniziato il lancio del peso di 4 kg solo nei tardi anni Venti e la specialista più importante sul piano internazionale fu Amelia Piccinini, torinese, terza ai Campionati Europei del 1946 e seconda con 13,09 m ai Giochi di Londra, sia pure a notevole distanza da Ostermeyer. Nel 1988 Timmermann detronizzò Andrei come primatista mondiale, lanciando a 23,06 m a Khania, nell’isola di Creta.
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La più sorprendente delle vittorie olimpiche di Oerter fu forse quella di Tokyo nel 1964. Nonostante tutto, al quinto tentativo Oerter ottenne la misura vincente, 61 m, precedendo Danek (60,52 m) e gli altri. Il primo a differire sensibilmente dai primi lanciatori, potenti ma un po’ statici, fu l’americano Clarence Houser, che mise l’accento sulla velocità di esecuzione e ai Giochi Olimpici del a Parigi riuscì a vincere lancio del peso (14,99 m) e del disco (46,15 m), prodezza rimasta da allora ineguagliata.
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Lascia poche tracce anche in Serie B tra Crotone, Genoa e Vicenza e trova la sua dimensione in Serie C, ora Prima Divisione, prima a Verona e poi a Pescara e Lanciano. Carletto Mazzone lo scova nella sperduta cittadina lituana di Panevézys dove milita nell’Ekranas e lo porta a Brescia; gli inizi sono difficili e per capire il calcio Italiano viene spedito in prestito a Cosenza nel piani bassi della serie B. Capisce la lezione e al ritorno diventa un punto fermo delle rondinelle dove con 157 presenze tra A e B e 11 reti in cinque campionati diventa lo straniero con più apparizioni nella storia del club. Nell’estate del 2008 rivede la serie A trasferendosi alla Sampdoria ma non trova con i blucerchiati lo stesso feeling e inizia un mesto giro di prestiti che lo portano a Siviglia e Valencia.
Studente alla Georgetown University di Washington, morì durante la Seconda guerra mondiale all’età di 26 anni. A Torrance seguì Charles Fonville, un atleta di colore dell’Alabama, che nel 1948 lanciò a 17,68 m ma cadde vittima della ‘dura legge’ dei Trials pre-olimpici americani poiché, giunto quarto, anabolizzanti bodybuilding non poté andare ai Giochi di Londra, dove vinse il suo connazionale Wilbur Thompson con 17,12 m. Il primo grande specialista italiano fu il modenese Armando Poggioli, un atleta polivalente che debuttò nell’arengo olimpico come discobolo nel 1924, all’età di 36 anni, senza superare le qualificazioni.